lunedì 15 gennaio 2007

Vicini al disastro ambientale

Se la follia umana non troverà una pillola che la possa curare, e se questa pillola non sarà vietata dai folli che ci vogliono in incessante moltiplicazione, il ‘regno dell’uomo’ arriverà a malapena al 2100. Tra un secolo, di questo passo, il pianeta Terra sarà mezzo morto e gli esseri umani anche.

(Sartori)



In questi giorni – in coincidenza anche con la stagione invernale più calda che si sia mai registrata dal 1860 ad oggi – dopo i recenti studi e le istruttive indagini che la Commissione Europea ha messo in evidenza sul ecosistema italiano non solo alla stampa internazionale specializzata ma anche a noi comuni mortali, mi sembra opportuno trasferire, vista la gravità della situazione, questo fardello sulla nostra comunità.

Faccio, pertanto, delle considerazioni e, al contempo, lancio, molto modestamente, ai nostri governanti locali qualche proposta tesa a migliorare una situazione che, oramai, mi sembra quasi irrecuperabile.

Qualche testa benpensante si chiederà: perché il nostro ambiente sembra irrecuperabile? Perché questo Melchionda riversa sulla nostra città sempre tanto scetticismo?

In questi mesi, dopo lunghe riflessioni, qualche ricerca personale e tante osservazioni fatte sul nostro ambiente, sono giunto alla considerazione che la nostra città sia arrivata ad un bivio o, peggio, ad un punto di non ritorno.

E in questo articolo, senza dimenticare di denunciare ovviamente lo stato pietoso, osceno delle nostra strade e dei giardini pubblici lordati da cartacce, buste, ferrivecchi e quant’altro che sta comunque a testimoniare il grado di inciviltà dei cittadini sangiovannesi, voglio soffermarmi sull’inquinamento atmosferico.

Dico questo perché, come molti (almeno lo spero) avranno notato, la nostra aria è diventata irrespirabile, cancerosa ai nostri polmoni, devastante per migliaia di cittadini, mortifera per i nostri animali e scarsamente accogliente per i milioni di pellegrini che, oltre alla speranza di raccogliere e portare a casa un falso miracolo, vorrebbero poter sfruttare l’aria pulita che i nostri alberi (?) dovrebbero in teoria emanare.

La mattina, dall’alba fino alle nove, quando il cielo è terso, limpido e brillante come un diamante, la nostra città è avvolta da una cappa distruttiva; una cappa biancastra contenente polveri altamente inquinanti; una nuvola stratificata, perfida, ingannevole (molto, infatti, pensano sia foschia) che lentamente e impunemente (come tutti i disastri italici) si insinua nei nostri poveri polmoni provocando danni che pagheremo nel corso degli anni quando tutte le cure del caso saranno perfettamente inutili e costose.

Da cosa deriva questo inquinamento tipicamente da metropoli? Come mai nel Dna sangiovannese abbiamo inglobato tutti i peggiori vizi della città, rifiutando le tante virtù e possibilità di redimersi che la grande città comunque offre?

Le cause, penso, siano essenzialmente quattro: l’eccessivo traffico, piaga che nessun assessore ai Trasporti è riuscito mai a sanare; l’uso smodato e a volte inutile dei nostri riscaldamenti nei mesi invernali; la vicinanza parossistica del depuratore (che durante ogni campagna elettorale, e solo in quel frangente, sembra lì lì per essere trasferito in altri lidi) alla comunità; da ultimo, ma non per questo di minore gravità, la presenza dell’inceneritore di Casa Sollievo della Sofferenza che con le sue larghe bocche emana delle zaffate a dir poco funeste per la nostra salute.

A mio modesto parere, le radici del disastro ecologico nella nostra vadano ricercate, appunto, nei quattro punti poc’anzi elencati.

A distanza di quasi due anni cosa ha fatto questa comica e sgangherata amministrazione su un tema di così fondamentale importanza? Dire niente è poco! Dire che la comprensione del problema non è stata recepita significa peccare di buonismo! Dire che gli attuali amministratori non abbiano un’idea – dico una! – su come affrontare e, possibilmente, risolvere un’annosa e scottante patata bollente vuol dire semplicemente la verità. Nuda e cruda.

Il tempo, sindaco Mangiacotti, è scaduto! È ora che le sue mastodontiche promesse – è pura utopia? – si trasformino in fatti concreti. Senza sconti e senza concessioni!

Tutti a parlare di grandi opere, ma nessuno che calendarizza in sede di consiglio comunale il tema che dovrebbe stare più a cuore gli amministratori: la tutela dell’ambiente e, di conseguenza, la difesa della salute dei cittadini.

È grave che i Verdi e quelli di Lega Ambiente non dicano una parola in materia! Che fine ha fatto il ‘chitarrista’ Pazienza buono solo a protestare con la vecchia amministrazione per gli alberi vergognosamente estirpati dalla memoria collettiva? Cosa ci dice in proposito il presidente di Lega Ambiente (il problema cronico di questa associazione è sempre lo stesso, perlomeno nel nostro paese: tanta demagogia, tante chiacchiere, tanta ideologia politica, ma pochi fatti concreti e, soprattutto, poche proposte) bravo solo a fotografare gli scempi che tutta la classe politica, e senza distinzione di colore, ci ha propinati in questi sporchi e indecorosi dieci anni? È giusto e sacrosanto denunciare i tanti Perottini che si sono insinuati tra le nostre abitazioni, ma non dimentichiamoci degli altri fardelli ambientali…

È mai possibile che a nessuno sia venuto mai in mente di collocare nelle parti più sensibili della città degli strumenti che sappiano rilevare il tasso di inquinamento presente in maniera sottile, invisibile ma ingombrante nella nostra città?

È mai possibile che a nessuno sia venuto mai in mente di lavorare in sinergia con i reparti competenti del nostro nosocomio (sarebbe ora che si cominciasse a fare della prevenzione medico-sanitaria) che quotidianamente ricevono pazienti magari affetti da problemi respiratori dovuti all’inquinamento?

È mai possibile, dico, che a nessuno sia mai venuto in mente di costruire metri, per non dire chilometri, di piste ciclabili come avviene nelle ricche e civili città del nord Europa?

È mai possibile che a nessuno sia mai venuto in mente di estendere, anche in periferia, senza dimenticarsi del povero centro cittadino, le zone pedonali di modo che la gente cominci a sviluppare quel tanto di cultura ambientale che nella nostra città è sempre mancata?

È mai possibile, mi chiedo, che a nessuno sia mai venuto in mente di verificare se l’inceneritore di Casa Sollievo delle Sofferenza abbia tutti i requisiti per funzionare correttamente, rispettando tutti i canoni che la legge comunitaria impone?

Quando la smetteremo di costruire ville, alberghi, recinti abusivi che, magari, arricchiscono le nostra tasche, ma impoveriscono e degradano il nostro già dissestato ambiente?

Quando cominceremo a pensare più al bene collettivo che non a quello egoistico?

Non sarebbero, queste, cari lettori, seppur poste in forma di domande, delle buone proposte per risolvere, perlomeno parzialmente, questo annoso problema?

Attuare e metterle in pratica non è affatto difficile, anzi; la questione è un’altra: è che ci manca la classe politica all’altezza…

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