Tante parole per non dire nulla! L’incapacità di Lauriola di accettare la provocazione e trasformarla in azione concreta è ormai cronica. Il provincialismo di Lauriola è un dato di fatto assolutamente apodittico.
Rispondo al commento della libraia, ponendole qualche umile quesito: come mai in altri paesi molto meno noti del nostro, gli autori accettano di buon grado l’invito a presenziare le loro fatiche letterarie?
Come mai i soldi negli altri paesi – non tanti comunque – si riescono a reperire con una certa facilità, e da noi, nonostante il vorticoso giro di miliardi ruotante intorno alla figura desacralizzata di Padre Pio, si reperiscono solo le briciole?
Come mai – era quello che avevo consigliato – Lauriola non ha chiesto un sostegno economico e sponsorizzazioni varie alle banche, al Comune, agli albergatori o alla Provincia? Valeria, mi sa, vorrebbe avere la botte piena e la moglie ubriaca… e ciò non è assolutamente possibile.
Lauriola, inoltre, dovrebbe sapere che dietro la scrittura di un libro c’è tanta fatica, sacrificio, impegno: mi sembra normale, quindi, che chiedano gli illustri – trattati dalla libraia con un certi disprezzo – un compenso.
Il rovescio della medaglia, però, mette in luce – ma il cervello di Lauriola non ha questa arguzia – che una rassegna letteraria di questo livello, con nomi del genere richiamerebbe gente da tutta la provincia e le permetterebbe davvero di sbarcare il lunario, di farsi un nome e di guadagnare un bel po’ di soldie di aiutare il paese a aprirsi culturalmente. Quando organizzai la presentazione del mio libro, invitai lo storico Beppe Vacca e il deputato Peppino Caldarola. Ebbene: il chiostro comunale era stracolmo, la vendita buona, pubblicità tanta e confronto di livello. E sapete quando spesi per invitare i due relatori: zero euro!
Occorre tanta volontà, voglia di rischiare, poca permalosità, tenacia e pochi fronzoli. Ad oggi, Lauriola non ha dimostrato queste capacità, checché ne dicano lei e i suoi amichetti, poco propensi ad accettare qualche critica, oggettiva e reale.
Se è contenta di quello che ha fatto – Ciccone, D’Apolito, Luciani – stappiamo una bella bottiglia di champagne e, mogi mogi, andiamo tutti a festeggiare la Rinascita socio-culturale di San Giovanni Rotondo e i mega successi di Lauriola e compagnia bella, pronti, inoltre, a cancellare il link del mio blog dal portale Sangiovannirotondonet.it quando si scrive qualcosa di sgradito.
Il mio non è assolutamente astio, ma cerco di raccontare i fatti così come si svolgono; non è mia intenzione – checché se ne dica – diventare il Don Chisciotte della città né, tantomeno, vittima di questa società: ho le spalle troppo larghe. La povera (di tasca e di mente) Lauriola non sapendo a cosa appigliarsi, in un commento prolisso, noioso e ridicolo, si scaglia contro di me solo per coprire le sue copiose defaillances.
E poi basta con questi “vorrei”: se si hanno delle capacità questi “vorrei” possono diventare fatti reali.
PS: prenda sul serio quelli che le fanno comodo. Di certo dormirò sonni tranquilli e sereni anche senza il suo avallo.
2 commenti:
Sono senza parole, io e non tu!!!
Dove potesse arrivare la presunzione e la cattiveria di una persona l'ho scoperta leggendo le tue due scariche di diarrea.
S.Biancofiore
mi è capitato per caso di leggere alcuni tuoi articoli...
lo vuoi un consiglio: lascia perdere il giornalismo!
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